In passato vi abbiamo parlato, proprio da questo blog del manuale “Small-scale aquaponic food production. Integrated fish and plant farming” edito dalla FAO. Anzi, avevamo fatto di più, l’avevamo tradotto in italiano (lo trovate qui).

Ora l’organizzazione delle Nazione Unite che si occupa di cibo e agricoltura ha fatto qualcosa di più, ha contribuito alla realizzazione di un kit di acquaponica che è stato recentemente presentato il 6 dicembre 2018 a Bridgetown nelle Barbados con il nome “Advancing aquaponics through improved market access: towards a Caribbean Blue Revolution

Con un approccio superficiale ci si potrebbe domandare perchè nelle Barbados e più in generale nei Caraibi, in quella regione lontana che si compone di una miriade di piccoli Stati-Paradiso (Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Grenada, St. Kitts e Nevis, St. Lucia, e Trinidad e Tobago) ci sia bisogno di parlare di acquaponica.

La prima ragione è che l’overfishing, cioè il sovrasfruttamento dei mari dovuto ad una pesca esagerata, è arrivato anche lì. La seconda è che in questa isole circondate dal mare di acqua dolce ce n’è proprio poca e di terreni agricoli ancor meno. Ecco allora che l’acquaponica, che riesce a consumare anche solo il 10% di acqua rispetto alle colture tradizionali, forse più per le verdure che non per il pesce, risulta essere una risorsa “strategica”.

Le sessioni di lavoro del seminario sono state seguite da agricoltori provenienti da tutti i paesi della regione e hanno coinvolto anche i potenziali consumatori finali come i ristoranti (Lemongrass Grill) e i venditori al dettaglio di prodotti agroalimentari (Massy Stores)

Per saperne di più (per angloabili)

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