Come ogni bravo appassionato dovrebbe sapere la coltivazione acquaponica si fonda sul “ciclo dell’azoto” è attraverso la sua scomposizione che l’ammonica viene riciclata e resa disponibile per favorire la crescita delle piante, nel nostro caso le verdure.
Quello che è più difficile da immaginare che siano ancora un volta i pesci, nel caso specifico il salmoni, a rendere così rigogliose le foreste del Nord America. Diversamente dai nostri orti domestici, in questo caso l’interazione dei pesci non avviene con il “contadino acquaponico” ma con gli orsi!

Durante la stagione della riproduzione infatti gli orsi si cibano, verrebbe da dire s’ingozzano, di salmoni in risalita verso le zone di deposizione. Non solo, l’orso giocherellone con i salmoni si diverte, catturandoli per mordicchiare le parti più grasse e saporite e disperdendo il resto delle carcasse nell’ambiente. A questo punto molti altri animali usano le proteine e il grasso dei pesci abbandonati. Mosche, scarabei, lumache e altri invertebrati colonizzano le carcasse, depositandovi le uova. Gabbiani, corvi, cornacchie e altre specie di uccelli e di mammiferi si cibano dei resti.
Gli insetti che colonizzano le carcasse sono divorati a loro volta da vespe, uccelli e altri animali insettivori, tra cui piccoli mammiferi come topolini di campagna e altri roditori. A lungo termine, l’alimentazione di questi animali, insieme alla filtrazione da parte della pioggia e all’attività microbica, decompone le carcasse, rendendo disponibile l’azoto, il fosforo e altri nutrienti alla vegetazione rivierasca. In alcuni casi, fino al 70 per cento dell’azoto presente nel fogliame dei cespugli e degli alberi lungo le rive dei torrenti proviene dai salmoni.
Per approfondire l’argomento suggeriamo questo articolo apparso su “Le Scienze” nell’ottobre del 2006