Se siete appassionati di acquaponica avete sicuramente sentito parlare di “Ciclaggio” dell’acqua, un neologismo non ancora accolto nel lessico dell’accademi della crusca come “petaloso” o in quello politico come “ciaone” e che sta ad indicare che nell’acqua si stanno procedendo a formare le colonie di batteri in grado di trasformare dapprima l’ammoniaca in nitriti e poi i nitriti in nitrati.

Chiunque allevi dei pesci in un impianto a ricircolo (RAS Recirculating Aquaculture System) sa quanto sia importante eliminare perfettamente i solidi circolanti, siano essi deiezioni dei pesci o residui di mangime. Lo sa ancora meglio chi deve condurre un impianto acquaponico, mi riferisco in particolare allla coltivazione “Floating System” cioè quella che prevede la crescita delle piante con le radici fluttuanti nell’acqua perchè ogni minima traccia di sporco sarebbe intercettata dai peli radicali fino a causare l’asfissia delle piantine.

Qualunque sia il sistema di filtrazione che viene adottato (materiali filtranti di varia natura e differente grana, spesso costituiti da “spugne” sinteticheoppure più complessi sistemi di filtrazione come ad esempio i filtri a perline

hanno il difetto di dover essere periodicamente sciacquati dai residui, per ridurre questo inconveniente di solito si applicano prima di questo generi di filtri, dei prefiltri costituiti da griglie più o meno fini, solitamente di acciao o dei filtri a vortice che utilizzano la forza centrifuga per eliminare una parte dei solidi sospesi.

Per la verità un filtro autopulente in grado di compiere tutte queste operazioni di pulizia delle acque ci sarebbe e si chiama “Filtro a tamburo”. Il funzionamento del filtro a tamburo è relativamente semplice, non mi dilungo in questa sede ma lo trovate qui.

Anche il filtro a tamburo ha un difetto, che non risiede nel suo funzionamento, costa un botto, non sono riuscito a trovarne in rete uno a meno di 1.200 euro. Allora perché non costruirselo hanno pensato Raffaele e Luca, giovani ingegneri con la passione per l’acquaponica che con il loro gruppo di HUG stanno avviando una Statup al tempo stesso produttiva e sociale.

 

Ecco dunque il risultato, ottenuto con qualche decina di Euro, per comprare una lavatrice dal motore ancora funzionante, una rete filtrante con i buchi dal giusto numero di micron, un paio di sonde, un elettrovalvola, qualche ugello spruzzatore per il controlavaggio. 

Raffaele, il giovane inventore che vedete nella foto mentre spiega al Presidente di “Akuadulza”, stanno ora perfezionando la loro”creatura” e HUG è disponibile a fornire tutte le informazioni tecniche per realizzarla. Noi stiamo cercando dei giovani (o anche meno giovani) “Makers” interessati a realizzare un prototipo, magari un po’ meno “artigianale”, attorno al quale vogliamo registrare un “tutorial” da pubblicare in rete attraverso il sito. Il primo modello perfettamente funzionante ha già un cliente, fatevi sotto!

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