Il precedente post l’abbiamo dedicato alla fatica di essere piccoli imprenditori agricoli e di stare sul mercato, vogliamo infatti che tutti coloro che ci contattano perché hanno il sogno di allevare pesci producendo verdure non lo facciano a cuor leggero, senza sapere alcunché delle difficoltà a cui andranno incontro.
Questo posti invece vi parlerà dell’entusiasmo di un gruppo di neo imprenditori acquaponici svedesi, della perizia e della passione con la quale hanno costruito il loro impianto, affrontando condizioni climatiche ce non sono certo le nostre. Per questo motivo hanno scelto di allevare le trote che a quelle latitudini crescono bene tutto l’anno, anzi d’inverno hanno persino bisogno di un “aiutino” nel senso del riscaldamento dell’acqua!

La fattoria acquaponica di cui stiamo parlando si trova a Vallentuna (un nome perfino un po’ italianeggiante) ma che si riferisce ad una cittadina a Nord di Stoccolma, si chiama Johannas Stadsodlingar ed è stata realizzata da un team di agricoltori, ingegneri, esperti di sostenibilità. Prima di realizzare il loro impianto hanno approfondito ogni aspetto del percorso che stavano affrontando, anche attraverso numerosi visite di studio, non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti ed in Australia, decidendo quali caratteristiche avrebbe dovuto avere il loro progetto, che nonostante tutto è cambiato in corso d’opera.
Ci spiace per chi non è “angloabile” ma non perderemo tempo a tradurre in italiano il testo dei tre post in cui si sviluppa il racconto dei nostri amici di Johannas, ci preme sottolineare che si tratta di un’idea che ha richiesto tre anni per prendere forma compiuta e che uno dei documenti fondamentali cui si fa riferimento è il manuale sulla coltura acquaponica edito dalla FAO che abbiamo tradotto integralmente (questo si) per voi qualche anno fa e che riproporremo, capitolo per capitolo, prossimamente per un ripasso.
Il racconto dell’esperienza si sviluppa in tre post, ricchi di illustrazioni e di dettagli che potrete seguire partendo da questo e che lasciamo che sia il traduttore di Google a riportare nella lingua di Dante. Non credo che Google renderà un bel servizio al sommo poeta nel settecentesimo anniversario della sua morte, ma il risultato è certamente comprensibile!
Un ultima cosa importante, per espressa volontà degli amici di Johannas il testo dei post è concesso in licenza con Creative Commons BY-NC-SA International alle condizioni che trovate nel link.